Scuola dell’infanzia

“TI PREGO, NON PIANGERE ANCHE STAMATTINA”

Il momento della separazione all’ingresso della scuola dell’infanzia non è facile da affrontare: si temono le reazioni del figlio e spesso anche le proprie. Capita che i genitori cerchino di evitare questo scoglio, e chiedano al proprio figlio di non piangere all’ingresso della scuola dell’infanzia, facendo promesse o usando ricatti…tutto, pur di non dover vivere quel momento straziante!

Ma il momento del saluto è importante e va vissuto appieno insieme al figlio.

Come fare?

  • Dite a vostro figlio che la giornata alla scuola dell’infanzia non durerà per sempre: la sua paura infatti, per quanto difficile da credere per un adulto, è proprio questa. Il bambino ha  bisogno di sentirsi dire che dovrà cavarsela da solo per un tempo limitato e poi tornerà a casa e lì potrà raccontare ai genitori tutto quanto ha vissuto. I genitori lo aspetteranno curiosi perché ciò che lui crea e impara con la maestra e i compagni è qualcosa di prezioso e loro vogliono essere partecipi delle sue nuove scoperte.
  • Se vuole portare con sé un peluche o un piccolo gioco, non ditegli di no. È vero che all’asilo ne troverà tanti altri, ma quell’orsacchiotto che porta da casa è un giocattolo carico di significato: solo quel pupazzetto, infatti, ha la capacità di contenere l’affetto di mamma e papà, proprio perché ha condiviso giochi, ambienti e coccole con i suoi genitori.
  • Ricordate che i bambini sono abili scrutatori del volto e delle emozioni dei genitori: se un genitore è sereno nel trasmettere il dispiacere per il fatto di doversi salutare, l’entusiasmo per la giornata che verrà e l’aspettativa di un felice riabbracciarsi, il bambino assorbirà questo clima rilassato e fiducioso.
  • Tenete a mente che il bambino ha il diritto di piangere: il pianto infatti è espressione del suo dispiacere e dell’attaccamento alla mamma. Se il bambino piange al momento di salutarvi, date voce ai suoi pensieri e sentimenti: “so che sei triste perché ci dobbiamo salutare; hai paura di qualcosa?”, e rassicuratelo sul fatto che vi rivedrete: “torno a prenderti più tardi e mi racconterai quello che hai fatto; intanto tieni stretto il tuo peluche e fagli tante coccole, così non si sentirà solo”. A questo punto, affidatelo alle braccia della maestra, in modo che il bambino possa trovare la propria strategia per affrontare il distacco.
  • In generale, tenete a mente che il vostro piccolo sta affrontando un passaggio importante. Chi l’ha detto che crescere non è doloroso? Il bambino infatti è chiamato ad entrare a far parte di un gruppo sociale che gli impone di adattarsi a nuove regole per una serena convivenza. L’intimità e la protezione della famiglia vengono meno, è tenuto ad essere più autonomo nel gestire dinamiche nuove. E il genitore è chiamato a credere in lui e a trasmettere fiducia nelle sue capacità di affrontare le nuove sfide, in modo da alimentare nel bambino l’autostima e la sensazione di potercela fare.

Se l’intensità del pianto è elevata o la durata del disagio del bambino è prolungata nel tempo, tanto da non permettergli di farsi consolare e di farsi distrarre dai giochi e dalle attività, sarà meglio non sottovalutare la situazione e chiedere aiuto ad un professionista.